
- On Giugno 26, 2020
“Scrivere è architettura, non decorazione di interni”. Così Ernest Hemingway descriveva la buona letteratura, fatta di pochi fronzoli, strutture narrative solide e tanta sostanza. La citazione dello scrittore si adatta perfettamente anche al settore della data visualization, un campo in cui la pianificazione logica, razionale ed elegante delle informazioni non lascia spazio all’improvvisazione e viene prima di qualsiasi orpello grafico o decorazione.
Le regole per una data visualization efficace
Indice
Come in architettura, per creare contenuti di successo è importante curare con attenzione le fasi di progettazione. Se è vero che ogni information designer usa il proprio metodo, ci sono alcune regole generali che vale la pena osservare per orientare il lavoro, ridurre le perdite di tempo e incrementare l’efficacia dell’infografica. Ecco quali.
1. Definisci l’obiettivo
Una volta identificato l’argomento principale, il primo passo da compiere per realizzare un contenuto efficace è definirne l’obiettivo. Come spiegato in altri post, un’infografica dev’essere prima di tutto funzionale, cioè aiutare i lettori a portare a termine compiti cognitivi complessi risparmiando tempo ed energie.
Stabilire in questa fase lo scopo che si vuole raggiungere aiuta ad evitare inutili perdite di tempo e a incrementare l’impatto della propria creazione. L’information designer deve avere le idee chiare sulla storia che intende raccontare e sul messaggio che vuole trasmettere. Il consiglio è mettersi nei panni del lettore e domandarsi: perché l’infografica dovrebbe essere utile? A cosa potrebbe servire?
2. Fai tanta ricerca
Per dare profondità e spessore all’infografica bisogna fare ricerca. In questa seconda fase è fondamentale raccogliere la maggior quantità possibile di informazioni sull’argomento che si desidera trattare. Leggere set di dati, approfondimenti e report aziendali dà sostanza al progetto e aiuta ad evitare contenuti banali o superficiali.
È importante prestare particolare attenzione all’attendibilità delle informazioni, verificando l’origine del materiale che si sceglie di utilizzare. È buona regola basarsi su fonti dirette provenienti da istituzioni, enti e organismi pubblici o privati affidabili, e non su resoconti indiretti e mediati.
Dopo uno studio attento e approfondito, bisogna tornare a riflettere sull’obiettivo: può capitare che, alla luce del materiale raccolto, lo scopo dell’infografica sia destinato a cambiare.
3. Metti ordine tra i contenuti
In questa terza fase la parola d’ordine è selezionare. Non tutto il materiale raccolto potrà essere utilizzato all’interno dell’infografica: è il momento di scegliere su quali informazioni vale la pena concentrare la propria attenzione. Via quindi dati poco affidabili, ridondanti o superficiali.
Per favorire la comprensione, è essenziale suddividere l’infografica in pezzettini “digeribili”, ordinandoli gerarchicamente. La successione può essere logica o seguire il movimento della lettura sinistra-destra: l’importante è identificare un filo narrativo che colleghi armoniosamente le varie informazioni.
Se la visualizzazione contiene un’ampia mole di dati, il consiglio è sviluppare livelli di approfondimento successivi. L’introduzione rappresenta la porta d’accesso dell’infografica e fornisce una prima sintesi del contenuto evidenziandone i tratti salienti. Nel corpo della visualizzazione vengono poi fornite informazioni via via più dettagliate.
4. Scegli la forma grafica più adatta
Una volta definita la struttura, è il momento di passare alla rappresentazione grafica dei dati. Passare dall’organizzazione concettuale a quella visuale del layout è fondamentale per dare vita a un contenuto efficace.
Il consiglio è realizzare quanti più schizzi possibili, fino a trovare il modo migliore per rappresentare graficamente la gerarchia e l’ordine delle informazioni. In questa fase è importante badare più alla struttura che all’estetica, senza avere paura di perdere tempo: disegnare una bozza in più ore, anche solo con carta e penna, equivale a proseguire più spediti nella fase successiva. Il rischio è seguire la prima intuizione che ci salta in mente e precipitarsi all’elaborazione su software, per poi accorgersi solo a lavoro terminato di avere compiuto qualche errore di valutazione. Potrebbe così innescarsi una spirale infinita di piccole modifiche e aggiustamenti destinata a dilatare i tempi.
Decidere la forma da dare ai propri dati è un altro passaggio fondamentale. La scelta tra istogrammi, diagrammi a dispersione e mappe è dettata dall’obiettivo che l’infografica vuole raggiungere e dalla tipologia di informazioni che si ha a disposizione.
5. Definisci il tuo stile
Se è vero che funzionalità ed eleganza sono interconnesse e lo stile va scelto con cura, è fondamentale che il tema sia affrontato solo dopo aver definito la struttura dell’infografica.
Il rischio è concentrarsi su decorazioni, colori e font perdendo di vista il vero obiettivo del contenuto. Ma se la ricerca della bellezza aiuta i lettori a comprendere meglio le informazioni, allora non è mai fine a sé stessa. Ovviamente lo stile visivo deve variare a seconda delle circostanze. Da rappresentazioni minimali e sintetiche a illustrazioni colorate e di impatto, da astrazioni che puntano all’essenziale a disegni realistici e ricchi di dettagli: la cosa importante è che lo stile sia funzionale al messaggio che l’infografica intende trasmettere. Anche in questo caso vale la pena testare diverse soluzioni. Terminata la pianificazione, è il momento di passare alla realizzazione su software: se le fasi di progettazione sono state svolte con cura, il lavoro procederà senza troppi intoppi.
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